Polonord Adeste Srl
via Clodoveo Bonazzi 7, 40013 Castel Maggiore (BO)
Orari di ufficio
Lunedì - Venerdì
09:00-13:00 / 14:00-18:00
Sabato - Domenica
Chiuso
Polonord Adeste Srl opera per rendere largamente e velocemente disponibili dispositivi medici e dispositivi di protezione eccellenti e convenienti per aumentare la propria sicurezza e conoscere il proprio stato.
Semimascherina FFP2 di colore nero monouso a 5 strati senza valvola marcata CE 2841 conforme al Regolamento (UE) 2016/425 confezionata in busta singola trasparente sigillata. Certificata B+C2 da Ente Notificato.
È stata testata secondo la norma UNI EN 149:2001+A1:2009 FFP2 NR.
È un Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) di Categoria III.
Applicazioni:
Protezione respiratoria (dell'utilizzatore della mascherina) contro le particelle liquide o solide aerosolizzate (spruzzate) o sospese nell'aria (presenti nell'aria). Protezione (dell'utilizzatore della mascherina) contro gli agenti infettivi.
Utilizzare la mascherina solo per filtrare vapori, particelle PM 2.5, pollini, batteri e altre particelle solide.
Per ridurre al minimo il consumo improprio di DPI, l'utilizzo delle mascherine FFP2 dovrebbe essere limitato ai casi raccomandati dalle autorità sanitarie competenti.
Materiali:
- Primo strato: TNT in polipropilene spunbond superficie protettiva esterna
- Secondo strato: filtro melt-blown in polipropilene caricato elettrostaticamente
- Terzo strato: fibre ES etilene-propilene
- Quarto strato: filtro melt-blown in polipropilene caricato elettrostaticamente
- Quinto strato: TNT in polipropilene spunbond superficie protettiva interna
Potere filtrante a 95 l/min:
NaCl >94%
Olio di paraffina >94%
Resistenza respiratoria:
All'inspirazione a 30 l/min: <0,7 mbar
All'inspirazione a 95 l/min: <2,4 mbar
All'espirazione a 160 l/min: <3,0 mbar
Tenore di anidride carbonica:
Valore medio <1%
Dal 21 gennaio 2020 tutta la popolazione locale della GBA si è sostanzialmente autoimposta in quarantena in casa, ha limitato le uscite all’approvvigionamento dei viveri, ha indossato mascherine protettive all’aperto, ha utilizzato frequentemente disinfettante sulle mani e sulle superfici. Dall’inizio del contagio da COVID-19 abbiamo quindi vissuto in prima linea il problema nelle fabbriche dove produciamo con la produzione ferma per quasi un mese. Per riaprire, nelle prime settimane di febbraio è stato necessario superare gli audit dove si dimostrava di avere messo in esecuzioni procedure volte a contrastare il contagio quali misurazione della temperatura ai lavoratori prima di accedere alla fabbrica, una fornitura di due mascherine al giorno per lavoratore, utilizzo di disinfettante sui luoghi di lavoro secondo precisi protocolli, distanza minima tra i lavoratori in catena di montaggio che solitamente lavorano gomito a gomito tramite l’utilizzo della sedia vuota, divieto all’uso dei condizionatori, areazione naturale tramite finestre aperte continua. Molte persone che lavoravano nelle fabbriche dove producevamo erano bloccate a Wuhan e nello Hubei in generale.
Quando si è avuto notizia, il 21 febbraio 2020, della diffusione del contagio nella comunità in Italia, nelle zone del sud della Cina, dove produciamo, da un mese nessuno usciva più di casa senza mascherina, tutti adottavano misure di igiene ancora più stringenti rispetto a quelle sopra citate, quali lavarsi spesso le mani possibilmente con gel igienizzanti, disinfettare spesso il cellulare che viene portato in continuazione vicino a bocca e naso ed è generalmente molto sporco soprattutto se ha una cover che non viene mai rimossa e pulita, evitare di prendere ascensori, evitare di lavorare toccando mouse e tastiera di un collega, disinfettare spesso maniglie e pulsanti e servizi igienici.
Pur essendo l’igiene il fattore ritenuto in Cina più importante per la prevenzione, il consenso sull’uso della mascherina anche di tipo semplice in Cina è che serva a tre funzioni:
La prima è evitare di autoinfettarsi portandosi le mani alla bocca o al naso dopo aver toccato una maniglia di una porta, un interruttore, un oggetto qualunque che è stato toccato da una persona infetta. Mettersi le mani in bocca o nel naso è un gesto che viene compiuto molto spesso nel corso di una giornata, tante volte inconsciamente, la mascherina davanti a naso e bocca impedisce di farlo,La seconda è che anche una mascherina di semplice fattura come quelle che si possono autocostruire con un fazzolettino da naso di carta, qualche strappo di rotolone, elastici e scotch fornisca una barriera contro le emissioni dei droplets (a volte volgarmente detti “sputazzi”), barriera che gli scienziati dell’università di Shenzhen Hong Kong hanno stimato dell’ordine almeno dell’80%, cioè la mascherina di base protegge non solo noi ma anche gli altri in caso noi siamo asintomatici. Quando il virus è diffuso nella comunità non si può sapere se la persona che fa la spesa ed è in fila con noi vicino alla cassa sia infetto, non lo sa neanche lui, l’utilizzo obbligatorio delle mascherine per tutti in Cina serve a questo.La terza è che incoraggi il distanziamento sociale, il famoso metro o due metri di distanza da tenere per precauzione.Dal 24 febbraio 2020 abbiamo quindi applicato nella nostra fabbrica in Italia le stesse procedure che applicavamo in Cina. Ad esempio a tutto il personale abbiamo chiesto di indossare mascherine protettive di base che, non essendo reperibili, fabbricavamo internamente seguendo le linee guida degli scienziati del laboratorio di test dell’università di Hong Kong. Ogni dipendente la mattina provava la febbre e inviava foto del termometro via whatsapp al suo superiore, dopo ogni porta avevamo messo dei dispenser da shampoo con dentro un disinfettante che avevamo prodotto seguento le linee guida del WHO e curavamo maggiormente la disinfezione degli ambienti. Il 26 febbraio abbiamo comunicato a Confindustria le nostre procedure che sono state pubblicate in forma aggregata sulla loro piattaforma digitale il 27 febbraio 2020.
Le mie figlie vedendomi sempre con queste mascherine mi dicevano: dovreste costruirle! Il mio amico socio Fabio diceva: dovremmo produrle! All’inizio ero recalcitrante. Non è il nostro mestiere pensavo, ci sono tante aziende che sono del settore e sapranno fare bene e in fretta quello che serve. Un mio compagno di scuola del liceo mi ha chiesto: puoi produrre mascherine? E ho pensato noi facciamo elettronica...Finchè Fabio ed io ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: e se non fosse così? E se potessimo dare una mano? Le possiamo fare? Si. E allora forse le dobbiamo fare.L’elettronica si produce in un camere bianche, ambienti sterili ed ha bisogno di tanta manodopera per l’assemblaggio, convertire una produzione non è impossibile.E la produzione di mascherine è nata.
Abbiamo successivamente certificato prodotti in regime emergenziale all’ISS e all’INAIL, aperto il laboratorio interno, stretto collaborazioni con università e centri di ricerca sia per le analisi dei prodotti che trattiamo che per lo sviluppo di nuovi ed abbiamo ottenuto la certificazione aziendale ISO 13485 relativa ai dispositivi medici.
Abbiamo servito e stiamo servendo alcune tra le più importanti istituzioni pubbliche italiane, come ad esempio l’Agenzie delle Dogane o l’arma dei Carabinieri, migliaia di scuole, ospedali, enti pubblici, forze dell’ordine, decine di migliaia di privati.
A fine 2020 è iniziata inoltre la produzione di diagnostica Covid-19. Qui il sito dedicato: polonord.it
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